© foto Stefano Semenzato
DESCRIZIONE
Il Museo LabOrantes con le sue 26 sale è il più grande della montagna bolognese. Raccoglie oggetti e testimonianze databili tra l’800 e il ‘900 che testimoniano il mondo religioso e la dura vita quotidiana e di lavoro delle popolazioni di queste montagne.
Il Museo si trova nel complesso del Castello Manservisi a Castelluccio – Alto Reno Terme ed è gestito dalla Pro Loco “il faggio”. L’ingresso è gratuito, anche se è gradita una sottoscrizione per le spese di gestione.
Nella parte del Museo dedicato alla religiosità popolare si trova tra l’altro una importante collezione di ex-voto dipinti provenienti dai Santuari della zona. Poi si trovano le numerose sale che oltre agli oggetti offrono una ricostruzione ad esempio della cucina contadina, della falegnameria, della camera da letto contadina e così via per le numerose sale. Un’area è dedicata ai lavori delle donne nel primo 900, in particolare tutto il processo di filatura e di creazione delle stoffe con arcolai, telai e strumenti di lavorazione della canapa. E poi la vita dei bambini con le sale che ricostruiscono l’aula di scuola o espongono i giochi di una volta.
E poi i tanti lavori di montagna, la sala delle castagne, il taglio e trasporto con i muli della legna per finire con i lavori del ferro. Una intera sala è dedicata alla Cassa rurale di Castelluccio tra le più antiche della montagna.
Il nome LabOrantes viene dalla composizione latina di labor (lavoro) e coloro che pregano in latino gli orantes.
Le sale che si possono visitare contengono oggetti, ma il progetto museale di Castelluccio è più vasto perché comprende anche i paesaggi, l’architettura, le testimonianze della tradizione rappresentate dai gruppi di case, dai “casoni” per le castagne, dagli oratori, dai mulini, dalle “maestà” presenti nel territorio. Per questo si consiglia, dopo aver visto le sale, di percorrere boschi e borghi e di collocare (ovviamente con l’immaginazione) gli oggetti visti nel museo nei loro luoghi originari.