© Giorgio Barbato © Discover Alto Reno Terme
Castel di Casio è un comune dell’Appennino Bolognese, situato
a circa 30 chilometri a sud-ovest di Bologna. La cittadina offre una vista spettacolare sulla valle del Reno e sulla catena delle Appennini. Il complesso è molto antico e fu sede dei Capitani della Montagna fino al quindicesimo secolo.
I DINTORNI
Un’attrazione molto famosa nei dintorni di Castel di Casio è il lago di Suviana. Si tratta di un diga artificiale creata negli anni ’30, con una superficie di circa 1,2 chilometri quadrati e che nel Novecento ha rappresentato una delle più grandi dighe d’Italia. Il lago offre molte attività all’aperto, come la pesca, la vela, il windsurf e il nuoto.
Data la sua posizione strategica nella Val di Limentra durante i secoli del Medioevo nei frequenti scontri tra Bologna e Pistoia, Castel di Casio conserva molte caratteristiche del suo passato. Nel centro storico troviamo i resti dell’antica torre che svetta tra i tetti delle case e diventata il vero simbolo del Comune, mentre gli stretti vicoli e le particolari architetture delle abitazioni ci riportano indietro nel tempo, quando l’abitato era una vera e propria fortificazione a difesa del territorio.
Nei dintorni sono presenti numerosi percorsi verso le principali alture come il monte Calvi, monte di Stagno e i più alti Poggio delle Vecchiette e Monte della Scoperta. Da ognuno di essi si gode di una vista unica che va dai crinali dell’Alto Appennino bolognese fino alle dorsali toscane.
I BORGHI
Vale la pena inoltre fare una gita a Castrola, per ammirare il borgo medievale e l’antico ponte a schiena d’asino, oggi in fase di recupero.
A pochi chilometri da Castel di Casio troviamo Badi, dove si può visitare la chiesa dedicata a San Prospero risalente al secolo XVII, mentre nelle vicinanze ci si può recare alla chiesa di Sant’Ilario. Fu costruita all’inizio del XII secolo e conserva tuttora la bellissima abside romanica semicircolare.
COSA GUSTARE
Oltre ai tipici piatti della tradizione montanara appenninica come crescentine e zampanelle, nella frazione di Lizzo proviene l’omonima crescenta di Lizzo. La caratteristica focaccia si ottiene da un impasto che qui si compone senza lievito, cotto tra due forme di argilla chiamati testi.