© foto Daria Victorini
DESCRIZIONE
L’imponente dorsale del Corno alle Scale (1944 m), la cima più alta del Parco e di tutto l’Appennino Bolognese, costituisce l’asse centrale dell’Area protetta; essa prosegue a Nord nel Monte La Nuda (1828 m), mentre verso Est, a dominare la Valle del Silla, si staglia il Monte Gennaio (1812 m). A ridosso dei due principali centri abitati, Lizzano in Belvedere e Vidiciatico, troviamo rispettivamente la boscosa propaggine del Monte Pizzo (1194 m) e il Monte Grande (1531 m). I versanti, che presentano caratteristiche molto diverse nelle due valli, sono in gran parte ammantati dai boschi di faggio che alle quote più alte lasciano il posto al mirtillo ed alle praterie sommitali.
Adagiati lungo le pendenze meno aspre dei versanti o incastonati dove i crinali secondari si risolvono con maggiore dolcezza, caratteristici borghi montani oggi divenuti apprezzate mete turistiche conservano edifici religiosi, abitazioni e altri elementi tipici dell’architettura di montagna.
La varietà degli ambienti e la complessità del paesaggio, nel quale si alternano praterie d’alta quota, boschi, zone coltivate, impluvi e spartiacque favorisce un’estrema ricchezza floristica (oltre 1000 specie), con numerose entità appenniniche rare dalle magnifiche fioriture, di cui alcune, caratteristiche dei rilievi alpini, raggiungono nel Parco il loro limite meridionale di distribuzione. Ne sono un esempio la genziana purpurea e la splendida aquilegia alpina, dai grandi fiori azzurri. I boschi naturali, i castagneti da frutto, le faggete e i rimboschimenti di abeti e pini regalano in ogni stagione uno spettacolare scenario multicolore. Il contenuto impatto dell’uomo permette d’altra parte la presenza di una fauna tra le più interessanti in Italia. Nel Parco è possibile, con un po’ di fortuna, l’incontro con i timidi caprioli, i daini, i mufloni e numerosissime specie di uccelli, tra cui la maestosa aquila reale. Le estese superfici boscate costituiscono inoltre rifugio per uno degli animali più rari e affascinanti della fauna italiana, da qualche anno tornato ad abitare i nostri monti: il lupo, oggi più che mai segno evidente di un ritrovato equilibrio ambientale.
Il Parco Regionale del Corno alle Scale è parte di un sistema di parchi e riserve naturali istituiti dalla Regione Emilia-Romagna a partire dalla fine degli anni ’70 per tutelare ambiti territoriali di elevato valore naturalistico e paesaggistico. Essendo contiguo ad altri parchi che si sviluppano nel Modenese e nel Reggiano, si inserisce nel quadro di tutela degli ambienti montani appenninici prossimi al crinale. Il sistema dei parchi regionali nasce, quindi, con l’obiettivo di fornire un modello per una coesistenza tra conservazione della natura e sviluppo del territorio, assicurando il mantenimento degli equilibri naturali, il recupero delle situazioni compromesse, il miglioramento economico e culturale delle condizioni di vita degli abitanti, attraverso la promozione di attività compatibili nei settori turistici, artigianali, produttivi e culturali.
Superficie territoriale: 4974 ettari di cui 2545 di aree contigue (Zona di Pre-Parco distinto in con boschivo, agrario, sciistico) e 2429 per le restanti zone del Parco (Zona A di protezione integrale, Zona B di protezione generale, Zona C di protezione e riqualificazione ambientale finalizzata alla fruizione turistica).
Tre strutture ricettive: a Pianaccio, Pian D’Ivo (in località Madonna dell’Acero) e Poggiolforato sorgono rispettivamente due Centri Visita e il Museo Etnografico. Tali strutture costituiscono una sorta di porta d’accesso all’Area Protetta, con la possibilità per i visitatori di un primo incontro con gli aspetti peculiari del territorio, sia dal punto di vista naturalistico, che storico-culturale.
Una organizzata rete di sentieri, mulattiere e strade forestali raggiunge gli ambienti più significativi e tutte le cime principali.
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